INNOVAZIONE

L’AI di IBM “rivoluziona” prestazioni e servizi di Roma Capitale: drastico taglio di rischi e tempi

Decisiva l’impronta impressa dall’adozione di IBM Turbonomic application resource management sul modus operandi dell’ente territoriale speciale che dal 2009 amministra il territorio comunale della città di Roma. Ridotti del 10% i costi dell’hardware e le ore dedicate alla valutazione dell’ambiente e all’attuazione delle scelte sulle risorse. Questo, a sua volta, ha alleggerito il lavoro del team It, che ora può focalizzarsi su nuovi progetti strategici

Pubblicato il 22 Nov 2022

IBM Roma Capitale_1

Da un modello di sviluppo legacy affidato all’intervento manuale per gestire le prestazioni e minimizzare i rischi, alla sperimentazione dell’Intelligenza artificiale per ridurre al minimo i rischi, garantendo prestazioni a lungo termine e una visibilità completa: è la “rivoluzione” vissuta da Roma Capitale, l’ente territoriale speciale, dotato di particolare autonomia, che dal 2009 amministra il territorio comunale della città di Roma, grazie alla collaborazione in atto con IBM.

Un nuovo modus operandi grazie ad IBM

Allo scopo di ammodernare i servizi e favorire lo sviluppo di competenze digitali, Roma Capitale conta fra l’altro su un team di cinque persone, guidato dall’Head of data center Roberto Massimiliani, che gestisce 800 macchine virtuali (Vm) e 150 macchine fisiche in un ambiente on-premise composto da bare metal, container e infrastruttura Microsoft Hyper-V.

Prima di inaugurare la parnership con Ibm,  “cercavamo di integrare i microservizi sulla nostra infrastruttura a container – spiega Massimiliani -, ma i nostri sviluppatori non disponevano degli strumenti necessari per effettuare questa transizione. Avevano solo applicazioni monolitiche che venivano eseguite sui container in modo forzato”. Il modus operandi si fondava dunque su strumenti di monitoraggio eterogenei e  feedback degli utenti per identificare e risolvere i problemi di prestazione. Gli strumenti esistenti non consentivano una visione completa dell’ambiente, né permettevano di comprendere l’impatto che una decisione avrebbe avuto sulle risorse prima che venisse eseguita. Tutto ciò che si poteva fare era operare in modalità reattiva in caso di problematiche nel momento in cui si verificavano, riallocare manualmente le risorse e monitorare l’impatto successivo”.

Grazie ad IBM, le cose però sono cambiate radicalmente: “L’adozione della soluzione Ibm Turbonomic application resource management (Arm) – aggiunge Massimiliani – ci ha invece consentito di esplorare nuove tecnologie e di sperimentare l’AI per ridurre al minimo i rischi, garantendo prestazioni a lungo termine e una visibilità completa”.

Atteggiamento proattivo e riduzione degli sprechi

Ma l’integrazione di Turbonomic è stato solo il primo passo nell’evoluzione del processo di trasformazione: la successiva integrazione di Dynatrace ha permesso al team di ottenere una visione d’insieme del proprio ambiente onpremise, dal livello applicativo fino all’infrastruttura. “Per noi, una delle migliori funzionalità di Ibm Turbonomic è la possibilità di avere una visibilità completa”, spiega Massimiliani. “Ora possiamo vedere come vengono eseguiti i nostri container e se vengono eseguiti correttamente, se utilizzano troppe risorse o meno”.

Risultato: il team di Roma Capitale adesso può prevenire in modo proattivo i problemi relativi alle prestazioni e ridurre gli sprechi in tutto l’ambiente, identificando i punti in cui c’è un rischio delle performance e determinando il modo ottimale come eliminare tale rischio riallocando le risorse. Inoltre, il team è in grado di conoscere l’impatto di un’azione di resourcing prima di eseguirla. E, grazie all’integrazione con Dynatrace, può anche vedere come tali azioni influiscono sui tempi di risposta delle applicazioni. Numeri alla mano:  dall’integrazione della nuova tecnologia, il team di Roma Capitale ha ridotto del 15% l’utilizzo di Ram e Cpu nel proprio ambiente ed ha ottimizzato 800 progetti. Questi risultati, a loro volta, contribuiscono a minimizzare i costi nel tempo.

Importante risparmio di tempo e di costi dell’hardware

“Senza Ibm Turbonomic, avremmo dovuto inserire un altro host”, afferma Massimiliani. “Così abbiamo invece potuto utilizzare l’infrastruttura esistente in modo più efficiente e di evitare spese inutili”.  Non solo Roma Capitale ha ottenuto una riduzione del 10% dei costi dell’hardware, ma anche un risparmio di tempo. Il team ha ridotto in modo significativo le ore dedicate alla valutazione dell’ambiente e all’attuazione delle scelte sulle risorse. Questo, a sua volta, ha alleggerito il lavoro del team It, che ora può focalizzarsi su nuovi progetti strategici. In futuro, Roma Capitale intende ampliare, laddove possibile, l’adozione delle azioni di resourcing automatizzate di Turbonomic, che oggi vengono eseguite manualmente.

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